Lampedusa e il tragico moderno

L’isola di Lampedusa è oggi invasa da persone che non vogliono restare. I Lampedusani, ospiti esemplari quanto alla prima accoglienza, hanno già dato fondo a ciò ch‘è sensato dare in un regime che non è di calamità naturale, né di guerra. Eppure i migranti sono ancora lì, detenuti in quella che si vorrebbe l‘Alcatraz italiana.
Se la Sicilia, quanto a vizi e virtù, è la caricatura d’Italia, Lampedusa è la caricatura della Sicilia. Essa è, prima di tutto, isola al quadrato. Speranzosa al quadrato, quand‘ha speranza. Disperata al quadrato, quand’è disperata. I buoni, sono buoni al quadrato; i cattivi, cattivi al quadrato. I racconti dei Lampedusani sono racconti esagerati, pieni di particolari letterari e di un pathos esagerato. Questo è già vero per i Siciliani, ma per i Lampedusani lo è ancor di più. La loro isola, ch’é anche il loro spirito, è popolata di mostri. Sarà un effetto della noia e della deprivazione sensoriale, visto che l’isola è deserta otto mesi l’anno. Horror vacui. Oggi però l’isola è tutto fuorchè vuota. Passato l’horror vacui, i mostri dell‘immaginazione hanno lasciato il posto a quelli veri. La realtà ha visto e vede il governo di uno dei paesi più industrializzati al mondo – insieme al governo d’ Europa – temporeggiare inspiegabilmente davanti a una tragedia di proporzioni epocali, quella dei paesi del Nord Africa e oltre. La meraviglia ha ceduto il passo al terrore arcaico per una realtà famelica in grado di inghiottire la fantasia di gli tutti gli uomini di tutti i tempi.  Un terrore inconfessabile che ogni buona madre, ogni buon padre serba nascosto nel profondo.
Giacomo Sferlazzo è un cantautore lampedusano, la sua voce viene da tempi lontani. Ma Giacomo è anche, e prima di tutto, padre di due figli. Dal 24 Marzo è in sciopero della fame davanti ad uno dei luoghi-simbolo della saggezza dello Stato Italiano, il Senato, a chiedere che cosa sta succedendo per davvero nella sua terra. Qualche saggio glielo dovrà spiegare.

Giuseppe Di Bernardo

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3 risposte a Lampedusa e il tragico moderno

  1. bruno franco manzi ha detto:

    I c.d.migranti sono clandestini le cui intenzioni vere sono ignote. Non vogliono restare? Lasciamoli circolare, senza soldi, senza lavoro e senza casa. e vedisamo cosa succede. Oppure li dobbiamo mantenere perchè dicono di scappare dalla fame e dalla guerra ? Nel sudsahara ci sono alcuni milioni di individui nella stessa situazione ? perchè non si dice chiaramente che, mano mano che arrivano, li dovremo mantenere noi ricchi italiani, perche gli altri Stati Europei se ne strafregano?
    Franco 31

  2. Christian Försch ha detto:

    Caro Franco,
    grazie delle tue domande un po‘ polemiche.
    Il problema in Italia non sono gli immigrati (che anzi risolvono vari problemi, per esempio quello degli anziani non autosufficienti).
    Cerchiamo di fare domande un po‘ diverse:
    Perché un paese ricco (come lo chiami tu, cioè l‘Italia) non è in grado di organizzare un‘assistenza agli anziani non autosufficienti legale e dignitoso? (In Germania per esempio una persona che ha lavorato e pagato i contributi per tutta la vita ha diritto a un‘assistenza pagata dallo stato.)
    Perché in Italia, il paese con il tasso di natalità più basso del mondo, il flusso migratorio, che sarebbe una risorsa per l‘economia (per non parlare della cultura, che è un argomento solo per comunisti incorreggibili) è un problema di ordine e di soldi pubblici (nonostante tutti i finanziamenti europei che arrivano per progetti di accoglienza qualificati)?
    Perché in Italia tanti immigrati spariscono dai centri di accoglienza e da altre strutture, senza che le autorità se ne preoccupino più di tanto?
    E solo un problema degli immigrati? O non è piuttosto il problema di un paese che non vuole una chiara linea di demarcazione tra legalità e illegalità?
    E non abbiamo ancora parlato di istinti umani come quelli della solidarietà e della pietà. Questi istinti – osannati dal Cristianesimo – ci dovrebbero comunque spingere a raccogliere persone bisognose. Però ormai non si possono più nominare, perché non corrispondono alla nostra sana credenza nel mercato libero. Però ti assicuro che neanche il mercato libero può fare a meno della forza lavoro che viene dall‘Africa, prevalentemente ragazzi tra i 18 e i 30 anni, disposti a sgobbare per due euro l’ora.
    La tua paura, caro Franco, non è forse quella di non riuscire a reggere questa concorrenza di gente che dà l‘anima per due euro l’ora?
    Il tuo odio non andrebbe magari indirizzato verso gente che fa lavorare altre persone a due Euro l’ora, anziché verso le vittime di questo sfruttamento?
    Un‘ultima considerazione: Non fermeremo mai persone che hanno rischiato la vita, pur di arrivare in Europa. Sono troppo disperate e sono semplicemente troppe. Non hanno paura delle armi, delle carceri, delle minacce, delle botte. Ne hanno vissute di tutti i colori.
    Possiamo essere egoisti finché vogliamo, ma la loro disperazione è più forte del nostro egoismo. E loro giochano anche in superiorità numerica.

    Un saluto
    Christian Försch

  3. Giandomenico Pumilia ha detto:

    Gentile Franco,
    aggiungo alle parole di Christian un paio di ulteriori considerazioni:
    Chi comincia un commento con “I c.d.migranti sono clandestini le cui intenzioni vere sono ignote” denota da subito scarso interesse a voler capire il fenomeno, cosa invece centrale nel sito sul quale ha deciso di commentare.
    Detto ciò, visto che dalle sue parole affiora la classica demagogia del “li dobbiamo mantenere noi” allora è importante ancora una volta ribadire che i migranti costano ai paesi che si fanno cogliere alla sprovvista e che quindi li devono gestire come un’emergenza. Mentre nei paesi in cui i processi di integrazione sono consolidati il problema è inverso perchè i migranti lavorano, producono PIL, pagano le tasse e pagano la pensione ai nostri anziani!!

    Saluti
    Giandomenico Pumilia

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